sabato 9 gennaio 2010

XX Convegno Nazionale sulla tutela del minore

organizzato dalla Fondazione Maria Regina e dal Centro Studi Sociali sull'Infanzia e l'Adolescenza di Scerne di Pineto (Te)
giovedi 3 dicembre 2009

LA RESILIENZA PER LA PROTEZIONE DEI BAMBINI
(Nuove tecniche di intervento resiliente per rafforzare la genitorialità in crisi, tutelare lo sviluppo mentale dei bambini vulnerabili e traumatizzati, supportare gli operatori dei servizi e gli educatori)

Dopo i saluti e gli interventi istituzionali delle Autorità quali il Sindaco di Scerne di Pineto L.Monticelli, l'Assessore alle Politiche Sociali della regione Abruzzo P.Gatti e l'Assessore alle Politiche della Salute della regione Abruzzo L.Venturoni, si è affrontato il tema centrale del Convegno, "La resilienza per la protezione dei bambini", partendo da una definizione del concetto. La resilienza è la capacità di assorbire energia, di sopportare gli urti, di resistere a sollecitazioni impulsive; è la capacità della persona di affrontare e superare le avversità della vita; è caratterizzata da elasticità, mobilità, flessibilità, adattamento attivo, capacità di ricostruirsi.
L'attenzione dei ricercatori si focalizza su due concetti: la resilienza nel trauma relazionale, nei compiti di sviluppo, e la resilienza negli eventi traumatici e stressanti.
Partendo dal presupposto che interesse fondamentale di studiosi e operatori del settore è la lotta al maltrattamento e all'abuso su bambini e adolescenti, le riflessioni teoriche e pratiche definiscono la resilienza come la capacità della persona di riemergere fortificati da difficoltà e traumi.
Integrando l'ottica corrente che si concentra sulle difficoltà e i fattori di rischio, viene proposto un nuovo approccio al trauma che si basa sulle risorse individuali, familiari e sociali per promuovere costruttivi percorsi di sviluppo. Un ruolo fondamentale in tal senso assumono le relazioni affettivamente significative all'interno delle varie famiglie.
Vengono offerte indicazioni utili per genitori, educatori, insegnanti, operatori, sugli interventi che portano a "costruire" il processo di resilienza, incentivando i tre fattori che ne stanno alla base: il senso di sicurezza interno, la stima di sé e la sensazione di operare in modo efficace.
Emerge che anche la resilienza può essere attivamente sostenuta nell'ambito di un percorso di apprendimento che mira a contrastare il disagio psico-emozionale e la devianza sociale.
Seguono le indicazioni per promuovere il processo di resilienza (Johnson):
- creare collegamenti all'interno di un gruppo positivo,
- evitare di considerare le crisi come problemi insormontabili,
- accettare il fatto che il cambiamento è parte della vita,
- avvicinarsi ai propri obiettivi, considerando ogni piccolo risultato come un grande traguardo,
- agire in modo deciso,
- cercare delle opportunità per scoprire aspetti di se stessi,
- alimentare un'immagine positiva di sé,
- considerare le cose in prospettiva,
- mantenere un approccio positivo.
La sfida della resilienza fa proporre un approccio globale, che favorisca un dialogo armonico tra i vari aspetti di sé, dove gli aspetti emotivi non vengono mantenuti scissi da quelli cognitivi o cosiderati estranei rispetto al corpo e alle capacità sociali e artistiche.
Viene, inoltre, ricordata l'importanza dell'intelligenza emotiva (Goleman), che si sviluppa nella cosapevolezza di sé e nella possibilità di mentalizzare e non dimenticare di "alimentare" la creatività.
In definitiva, costruire la resilienza vuol dire accogliere, sostenere e prendersi cura della persona, rafforzando le risorse positive.