venerdì 28 maggio 2010

PROGETTO, NASCITA E SVILUPPO DEL BAMBINO

Diversamente dalla classificazione medica che considera lo sviluppo del bambino come una descrizione dei fatti nel loro susseguirsi, la Pedagogia Clinica, pur muovendosi in parallelo, mette in evidenza gli elementi di fondo che caratterizzano l’evoluzione. Non si parla, pertanto, di periodo preconcezionale, concepimento, periodo prenatale, nascita, periodo neonatale e postnatale ma di progetto, attesa, conoscenza, attaccamento, allevamento e sviluppo. Questo linguaggio pedagogico clinico permette di far emergere gli aspetti emotivi vissuti dalla coppia o dal singolo e non si riferisce solo al bambino. È vivo l’interesse del Pedagogista Clinico verso il rapporto bambino/adulti e, con i suoi metodi specifici, il professionista si pone come valido sostegno ai genitori e al figlio.
L’età evolutiva biologicamente comincia quando si forma un nuovo essere (concepimento). Dal punto di vista pedagogico clinico, l’età evolutiva comincia quando nasce nella mente dei genitori l’idea di dar vita ad un bambino.
Biologicamente, l’adolescenza chiude un capitolo dell’età evolutiva, pedagogicamente questa non termina mai.
Ma parliamo meglio degli avvenimenti che caratterizzano la vita del bambino secondo la Pedagogia Clinica.
· Il progetto. Si possono riscontrare due situazioni: la presenza di un progetto di genitorialità (per scelta consapevole, per compensare una particolare situazione emotivo-affettiva, per finalità estranee al bambino) o l’assenza di un progetto che può provocare un disagio nella coppia poiché ne sconvolge il ritmo di vita. In ogni caso, il Pedagogista Clinico può sostenere la persona e la coppia, con interventi mirati alla corporeità, al ritrovamento di se stessi e di un corretto equilibrio psico-fisico, alla condivisione e alla relazione di coppia.
· L’attesa. È il momento che va dalla nascita biologica alla nascita anagrafica e coinvolge entrambi i genitori. Questo periodo può essere tranquillo, può essere vissuto con frustrazioni riguardo la propria personalità, paure, solitudine o fantasie sul bambino che nascerà. Il Pedagogista Clinico dà spazio al contatto con le emozioni, alla valutazione della risonanza affettiva, al contenimento delle eventuali delusioni per permettere ai genitori di gestire positivamente l’attesa.
· La conoscenza. È la fase in cui il bambino si presenta all’esterno con la propria realtà individuale. Può essere caratterizzata dalla corrispondenza tra figlio reale e figlio della fantasia, delusione, negazione di un’eventuale malattia del figlio o rifiuto del figlio. Risulta, anche in questa fase, fondamentale il contributo del professionista che sostenga e aiuti la persona e la coppia ad affrontare la nuova realtà.
· L’attaccamento. È la fase caratterizzata dalle nuove relazioni nella coppia genitoriale e nel nuovo nucleo familiare con i cambiamenti delle dinamiche preesistenti.
· L’allevamento e lo sviluppo. L’attenzione, in questa fase, si focalizza sul rapporto alimentare, l’accrescimento staturo-ponderale, il sonno e le funzioni intestinali prima, la motricità, il linguaggio, il controllo sfinterico e la relazione poi. Il Pedagogista Clinico può contribuire alla scoperta delle giuste regole, aiutando i genitori a considerare il bambino come un’entità distinta ed evitare ogni rapporto nevrotico.

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